“…chi è costui che mi trattiene dal mio viaggio…concedi che sfugga ai lacci di questa tentazione.”
PASSI DEL CAMMINO.
I passi del cammino sono le tappe e le giornate da compiere a piedi in questo trekking/cammino che attraversa e congiunge i territori del Parco dell’Etna e del Parco dei Nebrodi. Dalla città di Adrano adagiata alle pendici dell’Etna fino alle terre nebroidee dove sorge e vive arroccato il borgo di Alcara Li Fusi.
Il Cammino, che si affronta in tre/quattro giorni, ripercorre passo dopo passo il pellegrinaggio del Santo Eremita, Nicolò Politi, attraverso scenari naturali che oggi come allora mostrano la straordinaria bellezza del creato. Lungo il cammino – passaggi obbligati pieni di storia e mito – si ritrovano i luoghi storici dove San Nicolò condusse parte della sua beata vita.
In alcuni luoghi indicati nella pubblicazione del cammino (anche se è possibile che spontaneamente se ne aggiungano altri) sono lasciati dei “timbri” per segnare i “passi” che ciascuno potrà utilizzare come testimonianza e ricordo del proprio passaggio lungo il cammino riempiendo gli appositi spazi adatti a questa usanza.
Importante: Il Cammino/trekking è adatto ad escursionisti/camminatori ben allenati. La difficoltà, così come viene qui presentato e preposto è impegnativa, con classificazione EE (Escursionisti Esperti). E’ consigliato percorrere l’itinerario in primavera (aprile, maggio, metà giugno) ed in autunno (da metà settembre a metà novembre).
Questo cammino è stato ideato e realizzato da Attilio Caldarera (Guida Escursionistica- Esperto di Parchi e Riserve), nell’anno 2013, che ha vissuto parte della sua vita sia alle Vigne di Adrano sia ad Alcara Li Fusi.
Patrocinano e condividono questo cammino il Comitato San Nicolò Politi di Alcara Li Fusi, i Comuni di Alcara li Fusi, Adrano, Bronte, Maniace, Longi, i Parchi dell’Etna e dei Nebrodi. Alla realizzazione e strutturazione del Cammino hanno collaborato nel corso degli anni tanti amici che hanno fornito sempre un supporto pratico e una serie di consigli validi per migliorare l’esperienza.
Il trekking è stato arricchito di alcune varianti ed alternative del percorso, che possono, anche a seconda delle stagioni, diversificare il percorso facendo scoprire nuovi passaggi che comunque conducono e uniscono Adrano ad Alcara Li Fusi.
A volte le Tappe si possono comporre in modo diverso a seconda le esigenze, i propri tempi di percorrenza, o possono dipendere anche dalla partenza (mattina o primo pomeriggio da Adrano)
Il percorso è segnato da paletti di colore giallo e glicine e dagli appositi segnali che indicano la direzione unicamente nel senso Adrano verso Alcara Li Fusi.
Trekking del Santo e Via Fabaria. In alcuni tratti del Cammino (non perfettamente coincidenti) il Trekking del Santo e la Via Fabaria (facente parte dei Cammini Francigeni di Sicilia) “si incontrano e camminano assieme”. In particolare nel Tratto da Adrano al bivio di Prato Fiorito (il Trekking del Santo continua invece passando dalla Gotta del Santo e poi tra le sciare laviche) e poi da Prato Fiorito verso Piano dei Grilli, Bronte e verso Maniace.
LE TAPPE si chiamano PASSI in questo Cammino
Passo d’Inizio: Adrano – Grotta del Santo (Etna)
(Variante Passo d’Inizio: Strada Intraleo – Monte Turchio – Grotta del Santo)
Primo Passo: Grotta del Santo – Prato Fiorito
Secondo Passo Piano dei Grilli – Bronte – Maniace (Etna- Nebrodi)
Terzo Passo: Maniace – Petrosino – Barillà – Torrente Martello – Case Botti – P.lla Scafi – Case Mangalaviti – P.lla Gazzana – Eremo San Nicolò (Nebrodi)
Passo Finale: Eremo San Nicolò – Acqua Santa – Alcara Li Fusi (Nebrodi)
Passi successivi:
Alcara Li Fusi – Chiesa del Rogato
Alcara Li Fusi – Monastero di Fragalà
Alcara Li Fusi – Sant’Agata Militello
Attilio Caldarera ha sviluppato questo cammino di più giorni tra Etna e Nebrodi, da Adrano ad Alcara Li Fusi.
Informazioni sul Trekking del Santo: Guida Attilio Caldarera
attiliocaldarera@gmail.com – cell. 349 7362863
Lo spirito di questo cammino parte da Adrano la città che diete i natali a Nicolò Politi nell’anno 1117. Facile da raggiungere anche con i mezzi pubblici (Bus e Littorina FCE) la cittadina è posta alle pendici dell’Etna a quota 620 metri s.l.m. Nel centro del paese diversi luoghi e Chiese custodiscono reliquie ed immagini del Santo. Il passaggio ad Adrano in questa tappa iniziale serve da ambientamento al cammino. La passeggiata culturale e storica nel centro cittadino da un lato serve proprio a lasciarsi alle spalle i normali ritmi quotidiani appena trascorsi e dall’altro attraverso il racconto e l’incontro, prepara ed introduce allo spirito di quello che sarà il percorso che ripercorre l’eremitaggio del Santo.
E’ possibile naturalmente (se si vuole iniziare il Cammino di buon ora) arrivare la sera prima e dormire in un qualche bed and breakfast presenti nella cittadina.
Passo d’Inizio: Adrano (562 m.) – Bivio Grotta del Santo, contrada Aspicuddu (1002 m.) – km 8,00 – Tempo di percorrenza 2 ore e 30 minuti circa. Dislivello 450 metri in salita.
Variante Passo d’Inizio: Strada Intraleo (1280 m.) – Monte Turchio (1100 m.) – Grotta del Santo (1043 m.) – km 4,00 – Tempo di percorrenza 1 ora e 10 minuti circa – Dislivello 240 m. in discesa.
Primo Passo 1° tratto: Grotta del Santo (1043 m.) – Case Prato Fiorito (1077 m.) – km 2, 8 – Tempo percorrenza h. 1,30 – Dislivello irrilevante.
Primo Passo: 2° tratto Ingresso Demanio Prato Fiorito (1080 m.) – Casermetta di Piano dei Grilli (1156 m.) – km 4,00 – Tempo percorrenza h. 1,20 – Dislivello 90 metri in salita.
PASSO D’INIZIO CLASSICO: Per raggiungere a piedi dal centro di Adrano la Grotta del Santo nella zona di c/da Timpone, consigliamo di partire dalla Piazza Sant’Agostino che custodisce ed espone proprio nella piazza un monumento dedicato al Santo e conserva entrando nella omonima Chiesa il quadro del pittore Angelo La Naia la cui immagine del Santo viene usata come immagine rappresentativa del Trekking del Santo. La distanza è di 8 km circa da compiersi in due ore e mezza visto il dislivello di 450 metri in salita e conduce alla c.da Timpone che si trova sopra Adrano nel Parco dell’Etna. Partendo da qui ci si dirige attraversando il paese in direzione nord verso l’uscita stessa che porta furi Adrano verso l’imbocco della strada Adrano-Bronte. Tante strade e stradine, dalle principali alle viuzze molto caratteristiche, portano all’uscita di Adrano e verso la strada per Bronte, quindi si può tranquillamente scegliere quella che si preferisce all’interno del centro abitato.
All’inizio della strada Adrano-Bronte si attraversa il passaggio a livello della Ferrovia Circumetnea e superato quindi il parcheggio dei mezzi della Circumetnea bisogna svoltare a destra e attraversare il secondo passaggio a livello. Bisogna proseguire salendo per questa strada asfaltata e delimitata su ambo i lati da proprietà private, vigneti, uliveti, frutteti e villini. Si trova qualche strada secondaria sia a sinistra (la prima in particolare porta direttamente al demanio forestale di Prato Fiorito) sia a sinistra ma bisogna mantenersi sempre sulla strada principale. Anche questo tratto purtroppo è interamente su strada asfaltata a parte l’ultimo tratto che è in basolato lavico. Proprio il tratto in basolato lavico termina direttamente al piccolo spiazzale con il Bivio per la Grotta del Santo.
(Variante Passo d’Inizio: Strada Intraleo – Monte Turchio – Grotta del Santo). Una variante più naturalistica è costituita dall’inizio del cammino dalla strada che conduce a Piano Fiera (la cosiddetta Pineta di Adrano). Salendo da Adrano in c/da Vigne dalla strada classica, si arriva al Bivio per Monte Intraleo seguendo le indicazioni per il Punto Base del Parco dell’Etna di Piano Fiera. Subito dopo questo incrocio per Piano Fiera, dopo poco meno di un chilometro nei pressi di Monte Gallobianco si incontra sulla sinistra una strada sterrata ben visibile contrassegnata peraltro da una classica pietra scultorea del Parco dell’Etna. (Ovviamente chi vuole percorrere questa variante o magari visitare questa zona, che è anche uno dei punti di accesso per i sentieri che portano verso la pista altomontana dell’Etna e verso i Rifugi della Galvarina o Poggio la Caccia, deve trovare il modo di farsi accompagnare con un mezzo per iniziare da qui il cammino). Dalla scultura in pietra del Parco la strada sterrata scende senza grandi deviazioni verso Monte Turchio, dove peraltro San Nicola era solito recarsi. La strada sterrata costeggia Monte Turchio passando sulla destra e continua a scendere tra proprietà e vigneti fino ad arrivare allo spiazzale, già nominato, dove finisce il basolato lavico (per chi arriva dal basso) e quindi in questo caso trovando l’albero di leccio bisogna prendere la stradina a destra che porta verso la Grotta del Santo.
PRIMO PASSO: Grotta del Santo – Prato Fiorito – Piano dei Grilli
La Grotta del Santo rappresenta il vero punto di inizio del Cammino. Prima ancora di arrivare alla grotta, finito il basolato lavico un albero di leccio sulla sinistra ed un piccolo spiazzale sulla destra indicano il punto di riferimento e la direzione, a sinistra (per chi viene dall’itinerario classico), che dopo 800 metri, abbastanza agevolmente, porta alla cosiddetta Grotta del Santo in contrada “Aspicuddu” posta a quota 1043 metri s.l.m. Il primo vero passo si segna qui entrando e vistando la grotta dove San Nicola dimorò per tre anni. La conformazione della cavità proprio all’ingresso invita ad abbassarsi e ci si trova quasi inginocchio dinnanzi a questo luogo di culto. Per imboccare il sentiero bisogna ritornare indietro sui propri passi fino alla fine della piccola discesa della stradina (cieca) che porta alla Grotta. Alla fine della discesa i segnali del Cammino indicano la stradella (è presente una catena metallica che ne vieta il passaggio agli automezzi) che bisogna seguire.
Primo Passo: Tratto Grotta del Santo – Demanio Prato Fiorito: Si parte dalla zona Aspicuddu/Grotta del Santo per affrontare questa tappa tra ginestre etnee, colate e deserti lavici ma anche tra sentieri natura del Parco dell’Etna.
Dal piccolo piazzale dove il segnale del cammino indica la visita alla grotta ed il ritorno allo stesso punto per riprendere il cammino, oltrepassata la catena metallica, si segue questo sentierino che costeggia un evidente antico muro in pietra lavica. Una volta che (dopo circa 300 metri) la stradella inizia a salire proprio nel punto nel quale il muretto sbarrerebbe la strada (in realtà percorribile in quanto conduce all’interno di una proprietà privata senza sbocco) bisogna prendere il fuoripista a sinistra (avendo sempre a desta l’alto ed evidente muro in pietra)
Da qui soprattutto tra sciare laviche inizia un sentiero segnato a tratti dagli omini in pietra e dai segnali del Cammino soprattutto i paletti giallo/glicine. Questo tratto è il più complesso di tutto il cammino, si passa attraverso una suggestiva colata lavica (Lava del Gallobianco 1959), sfruttando poco sentiero di terra e molta roccia lavica. La direzione è data in lontananza esattamente a sinistra, orientandosi rivolti verso l’Etna da un lato, dal Monte Minardo che indica la direzione dall’altro. Più avanti a metà di questo tratto del cammino si scorgerà la Masseria “Casa Bosco di Prato Fiorito” (1077 metri s.l.m.). Questo primo tratto dura circa 1 ora e 30 minuti. È importante seguire poco alla volta i segnali sia in pietra lasciati sul percorso, qualche segnavia colorato sulle pietre ed i paletti colorati. A tratti (due in particolare) si passa attraverso delle piccolissime dagale ancora verdi caratterizzate da roverelle.
Usciti dalla colata bisogna seguire la direzione dei segnali (dapprima diritto poi leggermente a destre e quindi verso sinistra) e poi arrivare nei pressi della recinzione del demanio forestale dove si può o scendere diritto costeggiando la recinzione del Demanio o scavalcare la scaletta in legno della zona forestale nei pressi di una vecchia costruzione rurale per l’accumulo di acqua e da qui un sentiero ben visibile porta alla strada asfaltata che conduce davanti al cancello del Demanio. Da qui risalendo la strada, passando davanti la Masseria Prato Fiorito, si arriva all’ingresso forestale all’area del Parco che segna l’inizio di un tratto con i sentieri ben segnati.
Primo Passo: Tratto Prato Fiorito – Piano dei Grilli. Questo tratto forestale è lungo circa 4 km, abbastanza pianeggiante e si percorre in circa 1,15 minuti. Oltrepassata la sbarra di ingresso demaniale (spesso aperta), dopo poche centinaia di metri leggermente in salita bisogna giare a sinistra in direzione M.te Minardo, Grotta della Neve. Da qui il sentiero conduce direttamente sempre verso ovest, dapprima passando ai piedi di Monte Minardo e poi passati due cancelli forestali, leggermente in salita e fino a Piano dei Grilli per arrivare all’ingresso del demanio ed infine alla Casermetta Forestale oggi Rifugio Piano dei Grilli (1156 metri s.l.m.). Questa struttura su richiesta offre l’ospitalità e l’assistenza necessaria per ogni evenienza e per passare anche la notte contattando ovviamente prima i gestori.
SECONDO PASSO. Piano dei Grilli – Bronte – Maniace
Questa giornata di cammino intermedia attraversa e congiunge due comunità, quella di Bronte e quella di Maniace. Bronte è una nota cittadina ai piedi dell’Etna, famosa in tutto il mondo per i prodotti al pistacchio. Caratterizzata e circondata soprattutto nel primo tratto di cammino da colate laviche molto antiche. Maniace invece segna la fine del territorio etneo e l’inizio di pascoli e boschi dei Nebrodi. Punto di passaggio e di arrivo a Maniace il noto Castello di Nelson. Il Castello di Nelson, ai tempi di San Nicola Abbazia Santa Maria di Maniace, oltre ad essere un importante luogo storico, naturalistico e culturale da visitare che offre sia spazi museali sia giardini pregevoli e anche edifici storici di grande interesse, è anche il luogo dove San Nicola chiese ospitalità e fu accolto dagli ecclesiastici che vi dimoravano. Qui incontrò un altro giovane che poi diventerà santo, Lorenzo da Frazzanò con cui si mise in cammino per scoprire ed arrivare sui Nebrodi.
Secondo Passo 1° tratto: Casermetta Piano dei Grilli (1156 m.) – Abitato di Bronte SS 284 (850 m.) – km 7,5 – Tempo percorrenza h. 2,00 – Dislivello 350 metri in discesa.
Secondo Passo 2° tratto: : Abitato di Bronte (835 m.), Chiesa San Nicolò – Lave di S. Venera, Incrocio ss 120 (800 m.) – km 9,750 – Tempo di percorrenza h. 3,00
Secondo Passo 3° tratto: Lave di S. Venera, Incrocio SS 120 (800 m.) Castello di Nelson (700 m.) – km 2,0 – Tempo di percorrenza h. 0,40 – Maniace
Secondo Passo: Tratto Casermetta Piano dei Grilli – Abitato di Bronte. Dal Rifugio Piano dei Grilli si inizia a seguire la strada di basolato lavico che porta alla periferia nord di Bronte in zona Sciara di S. Antonio. Pochi metri dopo il cancello del demanio in basso a sinistra è possibile (se si vuole) fare una variante ad appendice raggiungendo e visitando anche la Grotta della Neve un nevaio in grotta testimonianza della raccolta e del commercio del ghiaccio nei tempi passati. Il tratto di basolato lavico, a tratti molto suggestivo per la presenza a grovigli di lava molto caratteristici, è lungo 4 km poi la strada diventa asfaltata (altri 3,5 km) ed attraversa la zona artigianale di Bronte. Seguendo la direzione principale si arriva fino alla SS 284 che collega Bronte a Randazzo. Qui ci sono diversi bar e locali in cui se si vuole si può acquistare consumare il pranzo e a seconda della stagione dalle buone granite agli arancini al pistacchio.
Secondo Passo: Tratto Abitato di Bronte – Lave di S. Venera, Incrocio ss 120. Scendendo per la SS284 si arriva ad un incrocio dove è presente una importante rotatoria, dalla quale bisogna sempre scendere diritto. E’ questa la via Messina, che si percorre in discesa per circa 500 metri fino ad arrivare alla Chiesa Madonna del Riparo. Dalla parte destra della Chiesetta (entrando comunque nel terrazzo fuori la Chiesa si gode un bellissimo panorama sulla Valle dell’Alto Simeto) si scendono alcuni gradini per pochi metri per incrociare la via Galvani che bisogna imboccare e percorrere in discesa. La via Galvani scende repentinamente ed arriva ad una prima rotatoria, scendendo ancora 200 metri si arriva all’incrocio con la strada Bronte-Maniace. Scendere diritto a destra e dopo poco si incontra la Chiesetta dedicata a San Nicola (non è il San Nicola Politi del Cammino). Passando davanti la Chiesetta svoltare alla prima a destra imboccando la via Piano Daini. È questa una via poco trafficata e che porta piacevolmente fuori Bronte. Dapprima in pianura, poi la strada principale da seguire, subito dopo aver attraversato un ponte, gira a destra per poi salire un po’ e quindi svoltare a sinistra con una forte pendenza su una strada di cemento. Poco dopo si arriva ad un poggio delimitato a destra da un boschetto di alberi di eucalipto dove passa il metanodotto. Bisogna proseguire diritto per la strada principale. Da qui in poi la pista si svolge prevalentemente senza grossi dislivelli fino ad incrociare dopo qualche chilometro la strada, anch’essa proveniente da Bronte, Bronte-Stuara-Lave di Santa Venera. Anche questa strada non è molto trafficata comunque e si prosegue quasi in piano fino a passare da una strettoia con a destra una azienda con delle serre per la coltivazione di fragole (tipiche di Maletto). Scendendo gradualmente leggermente sulla sinistra per la strada asfaltata si arriva comodamente all’incrocio con la strada per Maletto (SP159). Scendere a sinistra fino ad incrociare la SS 120 (altri 2 km) nella zona delle lave di S. Venera. In questo punto durante determinati periodi dell’anno affiorano delle fresche acque provenienti dai basolati lavici, ed è possibile e consigliato sostare e magari immergersi i piedi in queste acque ristoratrici.
Secondo Passo: Tratto Lave di S. Venera – Castello di Nelson. Da questo punto attraversare con attenzione la strada (SS120) e scendere poche centinaia di metri, qui si può anche sfruttare una stradella parallela sulla destra quasi abbandonata che porta e passa davanti una casa ben visibile a sinistra. Da questa casa girare a destra e seguire un sentiero più o meno facile da individuare che passa dapprima davanti un recinto dove vengono custoditi gli animali e poi prosegue a destra e poi successivamente verso sinistra per un sentiero, passando peraltro vicino una cascata d’acqua bella da osservare (Cascata delle Balze) e il ristorante casolare delle balze, per arrivare poi proprio davanti il Castello di Nelson. Questo ultimo tratto è lungo circa 2 km. Davanti l’ingresso del Castello di Nelson si può pernottare in un accogliente agriturismo o raggiungere l’abitato di Maniace.
TERZO PASSO. Castello Nelson – Maniace – Bosco – Case Mangalaviti – P.lla Gazzana – Eremo San Nicolò
Lasciata l’Etna sullo sfondo, ma ancora molto vicina, cambiano i colori ed i tratti di natura in questa tappa tutta nebroidea. Il percorso di giornata dapprima passa attraverso il disgiunto paese di Maniace e delle sue contrade per poi ripercorrere vecchie strade, piste forestali, boscaglie, ponti su torrenti per arrivare negli splendidi boschi di faggio nella zona di Case Mangalaviti per poi concludere il “passo” all’Eremo di San Nicolò, ai piedi delle possenti Rocche del Crasto, regno dell’aquila cara al Santo e dimora prescelta dallo stesso.
I chilometri da affrontare sono circa 28 con un tempo di percorrenza di circa 8 ore, ma con un dislivello prevalentemente in salita a parte l’ultimo tratto dalla P.lla Scafi e fino a P.lla Gazzana e poi ancora fino all’Eremo di San Nicolò nei pressi di Alcara.
Terzo Passo 1° tratto variante 1: Maniace (700 m.) – Demanio Forestale di Longi – km 6,500
Terzo Passo 1° tratto variante 2 : Maniace (700 m.) – Casa Forestale Canalotto/Barillà (1020 m.) – km 9,100 – Tempo percorrenza h. 2,30 – Dislivello 300 metri in salita.
Terzo Passo 2° tratto:. Casa Forestale Canalotto/Barillà (1020 m.) – Case Botti (1390 m.) – P.lla Scafi (1420 m.) – km 8,400 – Tempo percorrenza h. 3,00 – Dislivello 400 metri in salita
Terzo Passo 3° tratto:. P.lla Scafi (1460 m.) – P.lla Gazzana (979 m.)– Eremo di San Nicolò Politi km 7,800 – Tempo di percorrenza h. 2,00 – Dislivello 480 metri in discesa.
Terzo Passo 4° tratto: Portella Gazzana (979 m) – Acqua Santa (613 m) – Eremo San Nicolò Politi (590 m) km 3,500 Dislivello 390 metri in discesa
Terzo Passo: Tratto Castello di Nelson – Petrosino. Si inizia dalla parte bassa dell’abitato di Maniace a seconda di dove si è passata la notte. La sera di arrivo o la mattina prima di partire una visita al Castello di Nelson e soprattutto alla Chiesetta in stile medievale posta all’interno del maniero segna l’inizio di questa giornata di cammino.
Dal Castello di Nelson o dal centro del paesino seguire o la circonvallazione o il Corso Margherito sempre diritto in direzione di Petrosino la contrada più popolosa di questa comunità. La strada è asfaltata e trafficata sia pure non eccessivamente. Dopo quasi 4 km dal Castello di Nelson si arriva all’ingresso di Petrosino contrassegnato a destra dalla chiesetta di San Gabriele. Da questo luogo è possibile scegliere tra due diversi itinerari che si ricongiungeranno nel demanio forestale circa 4 km più avanti. La prima variante è sicuramente più naturalistica ma presenta la particolarità/piccola criticità di guadare il torrente Barillà, nei mesi da maggio a novembre lo si fa anche senza bagnarsi i piedi e senza togliersi gli scarponi. La seconda invece continua sulla sponda sinistra del torrente Martello è un po’ più lunga e i primi chilometri continuano ad essere su asfalto, ma consente di arrivare ben presto al demanio forestale passando dal rifugio forestale Barillà/Canalotto ricongiungendosi poco più avanti all’altra traccia.
Terzo Passo Variante 1: Petrosino – Torrente Martello/Demanio Forestale Longi. Dalla piazzetta di Maniace proseguire diritto in direzione nord fino a superare e far finire le case a sinistra trovandosi sul marciapiede ben largo con una sorta di belvedere. Da qui bisogna seguire ancora per poco (una cinquantina di metri) la strada asfaltata che sale verso destra imboccando subito la strada sterrata a sinistra che entra nel bosco e si dirige in direzione della vallata del torrente Martello. Questo sentiero è segnato/segnalato peraltro anche come sentiero CAI N. D339 fino alla Case Mangalaviti. Lo sterrato sale gradualmente all’interno di un bosco di querce (principalmente cerri). Bisogna seguire la traccia principale e al primo bivio mantenere la sinistra ignorando la traccia che sale verso destra. Qualche chilometro più avanti invece ad un ulteriore bivio, bisogna abbandonare il sentiero principale che tende a proseguire diritto un po’ a destra, e invece imboccare lo sterrato a sinistra che tende a scendere. Circa 400 metri dopo sulla destra si nota una casa/rifugio Ceuso dismessa in un bel pianoro. Si prosegue per questa trazzera fino ad arrivare nei pressi del torrente Martello alla fine della strada, e qui, risalendo per una centinaio di metri, si noterà un passaggio del fiume situato lungo una briglia in cemento notando nell’altra sponda un’area demaniale circoscritta da una recinzione ed un cancello sempre aperto. Per arrivarci, come detto, bisogna attraversare il torrente e nei mesi da maggio a novembre circa lo si fa anche senza bagnarsi i piedi e senza togliersi gli scarponi. Oltrepassata la sponda si passa ufficialmente dalla provincia di Catania a quella di Messina e siamo già nel territorio demaniale di Longi. Oltrepassato il cancello una stradella sterrata sale ritornando quasi verso sud, ma dopo poche centinaia di metri si ricongiunge sul sentiero principale. Da qui bisogna continuare verso destra seguendo le indicazioni per il 2 tratto della giornata (Tratto Casa Forestale Canalotto/Barillà – Case Botti – P.lla Scafi). (In questo preciso punto si innesta la variante indicata successivamente che arriva sempre da Petrosino ma passando direttamente sulla sponda sinistra del torrente Martello e entrando da sopra nel demanio passando peraltro dal Rifugio (chiuso) di Case Barillà che si trova poco sopra questo punto (si può comunque raggiungerlo per una sosta e ritornando poi sui propri passi) e dove è comunque presente una piccola area attrezzata ed una ottima sorgente d’acqua attiva tutto l’anno.)
Terzo Passo Variante 2: Petrosino – Casa Forestale Canalotto/Barillà. All’incrocio della piazza di Petrosino (un quadrivio) bisogna scendere a sinistra e poi subito si dirige a destra imboccando via Beato Guglielmo fino alla slargo da dove a sinistra si può attraversare, passando sopra un ponte, il Torrente Martello. La strada asfaltata, via Guglielmo il Buono, comincia a salire ed è esposta al sole e in alcuni tratti alterna lunghi rettilinei a tornanti per risalire pian piano il fianco di questa vallata. Giunti alla prima vera curva a gomito, dopo circa 2 km da Petrosino, si vede la vallata del torrente un po’ a destra mentre davanti e sulla sinistra si intravede una specie di ponte autostradale incompleto (si tratta di un’opera incompiuta denominata ex cantiere Ancipa). La direzione finale, verso il bosco, di questo cantiere incompiuto con queste strutture in cemento indica proprio la direzione da seguire da lì a breve. Procedendo per la strada asfaltata e dopo circa 200 metri da questa curva infatti un sentiero a destra su fondo di pietra e terra sale repentinamente fino a portare all’inizio della costruzione del cantiere. A metà del sentiero che sale diritto si incontra una recinzione mentre la trazzera gira a sinistra, qui bisogna attraversare la recinzione sulla destra, aprendo e chiudendo il passo e continuare a salire diritto costeggiando la recinzione fino all’inizio della costruzione di cemento. Qui una stradella costeggia questa brutta struttura abbandonata e mai realizzata. Giunti alla fine, addirittura si vedrà davanti a sè l’inizio di una galleria della stessa opera incompiuta, davanti sulla sinistra una traccia abbastanza ripida porta in pochi minuti ad una strada ben sterrata che scendendo incontra il cancello forestale del demanio Barillà. Oltrepassato il cancello si apre un mondo di boschi, prati e ruscelli di grande bellezza. Si arriva subito alle Case Canalotto/Barillà (punto acqua) e si segue la strada ben tenuta che scende sulla destra. Poco più in basso si incontra una strada secondaria che sale dal torrente che costituisce la fine dalla variante descritta sopra e quindi il punto di congiungimento. Ovviamente bisogna proseguire sulla via principale e quindi non scendere a destra.
Terzo Passo: Tratto Casa Forestale Canalotto/Barillà – Case Botti – P.lla Scafi. Questa traccia (segnata peraltro come sentiero Cai n. D339 fino a Portella Scafi dove incrocia la Dorsale dei Nebrodi, e poi a destra verso Case Mangalaviti) prosegue senza grossi dislivelli in piano parallelo al torrente Martello che comunque non si vedrà per un po’ rimanendo nella vallata alla propria destra. Sono presenti anche dei punti d’acqua. Lungo la strada sterrata, a metà circa, bisogna oltrepassare due cancelli in legno a breve distanza l’uno dall’altro sempre sopra la vallata del torrente, diventato Barillà. Dopo un paio di chilometri si arriverà in un boschetto/rimboschimento di pini e si troverà un ulteriore cancello in legno sulla sinistra (potrà essere aperto o chiuso) che delimita il demanio in prossimità dei ruderi del villaggetto rurale di Barilla. Bisogna oltrepassarlo e scendere a destra ignorando sia la stradella che viene da dietro a sinistra, sia quella che sale dal cancelletto di fronte. Si scende invece fino ad oltrepassare il torrente Barillà passando sopra il comodo ponte in ferro. Da qui inizia un tratto in salita (peraltro in cemento) con un dislivello di 200 metri e lungo un paio di chilometri. Arrivati in alto sulle radure si può prevedere una sosta nell’area attrezzata Botti (si entra da un cancello e scalandrino a destra, punto acqua). Qui è anche presente un Rifugio forestale dove di solito una camera è sempre aperta per un eventuale bivacco. Ripreso il cammino con dei bellissimi panorami a 360° da un lato sull’Etna e dall’altro su Monte Soro e lago Biviere che si intravede appena, si sale per circa un paio di chilometri fino ad incrociare la traccia della Dorsale dei Nebrodi. Qui bisogna per proseguire a sinistra per una breve discesa arrivando alla località Portella Scafi.
Terzo Passo: Tratto P.lla Scafi – Case Mangalaviti. Da questa località bisogna salire per la strada sulla destra (la pista dopo il cancello porta invece verso il Lago Biviere) in direzione Case Mangalaviti distanti quasi quattro chilometri, ma tutti prevalentemente in discesa. Bello anche questo passaggio all’interno dell’antico bosco di Mangalaviti ricco di faggete. Si giunge alla Masseria Mangalaviti, dove ci si può rinfrescare e soprattutto fermarsi ad ammirare un panorama che spazia dalla cima nebroidea di Monte Soro, alla vallata del Rosmarino, ai colori azzurri del Tirreno con i profili delle isole Eolie ed al centro, come apparve al peregrino Nicolò, le Rocche del Crasto dove spicca per asprezza e bellezza la Rocca Calanna. Dall’abbeveratoio (punto d’acqua) posto prima delle Case Mangalaviti (anche qui poco dopo c’è un cancello che serve a non far passare liberamente gli animali) si può scegliere di seguire la strada asfaltata che passa davanti le case e porta direttamente a Portella Gazzana oppure, direttamente dal bevaio, proseguire per la traccia sterrata che permette di camminare su sterrato per un chilometro e mezzo prima di dover necessariamente immettersi nella strada asfaltata verso Portella Gazzana. Essere arrivati a Case Mangalaviti rincuora, tutto appare compiuto, ma non è così. Si deve ancora camminare per poco meno di un’ora per arrivare comodamente e come detto tagliando a volte qualche tornante della strada asfaltata in località portella Gazzana.
Se si sceglie il sentiero dal bosco (indicato dai segnali) una volta arrivati nuovamente sull’asfalto nei pressi di una curva a gomito da dove peraltro si gode un bellissimo panorama sulle Rocche del Crasto è indicato un piccolo taglio che farà risparmiare un po’ di tempo e di strada. Prima di traguardare la tappa si passa nei pressi del Pizzo di Mueli (visibile a destra per lungo tempo lungo questo tratto) dove si narra che si salutarono San Nicolò e San Lorenzo prima di scegliere le due vallate da scoprire assieme ai loro stessi destini.
Terzo Passo: Tratto Portella Gazzana – Acqua Santa – Eremo San Nicolò La valle del Calanna offre uno degli scorci più belli delle Rocche del Crasto. È il regno dell’aquila reale, che nella leggenda si accompagna al viaggio ed alla vita del santo pellegrino, e dimora di essenze mediterranee che la colorano di verde tra le bianche rocce. Partiti da Portella Gazzana scendendo a sinistra, subito a ridosso dello spigolo sud della costruzione, un po’ nascosta, si trova la strada per Alcara Li Fusi. In discesa dopo circa tre chilometri si arriva proprio sotto le pareti lisce della Rocca Calanna. La strada giunge ad un bivio che si affaccia da sinistra mentre poco più avanti si trova a destra una trattoria (da Artino) dove se si vuole si può chiedere ristoro, essendo i proprietari persone estremamente ospitali e soprattutto, essendo entrati nel territorio di Alcara Li Fusi, qui tutto è possibile nel nome di San Nicolò. Manca poco per arrivare all’Eremo di San Nicolò. La strada che si incontra che viene dal basso a sinistra porta alla località Acquasanta se l’ora è tarda e sta per fare buio onestamente conviene rimandare alla mattina seguente la visita di questo luogo e invece raggiungere l’Eremo di San Nicola luogo di grande suggestione e spiritualità, edificato proprio sulla grotta dove fu trovato riverso, quasi in preghiera ma morente, San Nicolò. All’Eremo è possibile e quasi d’obbligo poter passare la notte essendo stato questo luogo attrezzato grazie al Comitato Alcarese di San Nicolò Politi, con letti a castello, bagni, docce, cucina in autogestione proprio per l’accoglienza dei fruitori del Trekking del Santo.
Se si vuole andare direttamente all’Eremo dalla Trattoria Artino proseguire diritto per la strada asfalta e dopo un chilometro circa sulla destra apparirà uno slargo con una strada sempre asfaltata che scende a sinistra ed arriva dopo pochissimo proprio all’Eremo di San Nicolò.
Se si vuole passare dall’Acqua Santa dalla Trattoria Artino in Località Cammara, bisogna seguire questo bivio scendendo a sinistra, è presente anche l’indicazione Acqua Santa. Scendendo su questo stradone ripido si passa davanti la zona a sinistra che introduce proprio a questo luogo sacro detto appunto “Acqua Santa” la cui storia è narrata e rappresentata all’interno dagli stessi simboli che si scorgeranno. Luogo di sicuro ristoro per il cammino, almeno per un po’, vale la pena di essere conosciuto riconosciuto come punto fondamentale del cammino del Santo al pari della grotta adranita. Per riprendere il cammino bisogna risalire la strada percorsa per pochissimi metri fino alla curva a gomito in prossimità della quale sulla sinistra una vecchia trazzera non molto frequentata conduce in direzione e fino all’Eremo dedicato a San Nicolò. Se non si trova questa traccia bisogna scendere per la strada asfaltata fino alla fine della stessa, girare a destra, proseguire diritto e poi al successivo incrocio (presente un bevaio ed un ulivo secolare) salire a destra per arrivare all’Eremo.
PASSO FINALE. Eremo – Acqua Santa – Alcara Li Fusi
Eremo (590 m) – (Acqua Santa (613 m)) – Alcara Li Fusi (406 m) km 5,000 – Tempo percorrenza h. 3,00 – Dislivello 200 metri in discesa.
“Dunque, compiuto il viaggio iniziato, giunse al luogo dove oggi il nome è Acqua Santa”
Passo Finale. Tratto unico. Dopo aver passato la notte all’Eremo, Alcara li Fusi diventa il luogo da raggiungere per poter completare il proprio cammino. Per chi non è riuscito a visitare il luogo denominato Acqua Santa dall’Eremo non sarà difficile andare e ritornare per visitarlo seguendo il sentierino a fondo naturale posto proprio di fronte il cancello grande di entrata all’Eremo. La strada per raggiungere Alcara è interamente su fondo asfaltato e lungo il percorso di circa 3 chilometri fino alla Piazza Cappuccini inizio del paese, vi sono molti segni della devozione a San Nicola. Bisogna riprendere il cammino scendendo dalla strada che passa dall’Eremo e seguendo la via principale direzione nord verso le porte di Alcara li Fusi. Si entra così ad Alcara dapprima alla Piazza Cappuccini, poi diritto verso la sempre rinfrescante Fontana Abate da dove si consiglia di salire ed imboccare il Corso Donadei che porterà alla meta finale di questo cammino la Piazza San Nicolò Politi e la Chiesa Madre di Maria SS Assunta dove sono custodite le reliquie del Santo. Alcara merita senza dubbio una sosta per le bellezze naturalistiche e paesaggistiche che la circondano e anche per assaporare la gioia ed il piacere di rivivere questo cammino appena compiuto. Questo cammino è ben noto agli alcaresi, popolo ospitale che avrà piacere di accogliere chi ha voluto compiere questa esperienza.
Per chi vuole ancora continuare a camminare e aggiungere pochi o tanti chilometri a questo cammino suggeriamo delle possibili connessioni al Trekking del Santo, sempre legate a questi luoghi vissuti e percorsi dal Santo.
In particolare si consiglia di non trascurare la visita alla Chiesa del Rogato, che si trova fuori l’abitato, anch’essa luogo di culto del cammino di San Nicolò.
Una variante di altri 3 giorni con un percorso ad anello che partendo da Alcara tocca i borghi di San Marco d’Alunzio, il monastero di San Filippo di Fragalà (dove San Nicola andava a trovare il giovane San Lorenzo), Longi, la cima delle Rocche del Crasto e nuovamente Alcara Li Fusi e quindi a piedi o in bus fino a Sant’Agata Militello è il CAMMINO DELLE ROCCHE DEL CRASTO.
Se si vuole, con la stessa soddisfazione, terminare ad Alcara il Cammino del Trekking del Santo per ritornare ad Adrano o in altri luoghi si possono sfruttare i collegamenti pubblici e privati che da Alcara o dalla vicina S. Agata Militello possono portare al luogo di partenza… ma se si vuole… ormai si conosce la strada. Buon cammino!